Descrizione
Buongiorno a tutti e grazie per esserci.
Oggi, 74° anniversario della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo, commemoriamo una vicenda poco nota, che alcuni di noi sono qui per ricordare, ma altrettanti – forse di più – sono qui per conoscere.
Conoscere il destino delle otto vittime, compresi cinque bambini, che caddero vittima di un’azione di guerra dell’esercito nazista in ritirata il 30 settembre 1944, sei giorni dopo la Liberazione della città.
Al momento di scoprire la targa leggeremo qualche dettaglio in più sulla vicenda, per capire meglio come si sono svolti i fatti. Ma fin da subito vorrei sottolineare l'importanza della parola che ho appena citato: conoscere.
Spesso la conoscenza della Storia si dà per scontata, ma se non lo è nemmeno quella delle vicende nazionali e mondiali figuriamoci la storia locale, spesso tramandata solo oralmente.
Eppure quella storia plasma il nostro quotidiano, siamo circondati da nomi e segni che ci raccontano il nostro passato.
Limitandoci soltanto alla storia della Resistenza, a Santarcangelo ci sono tre scuole dedicate a caduti nella lotta di Liberazione.
Tutti, spero, sappiamo chi è Rino Molari, in particolare ragazzi e ragazze della 5A che arrivano dall’istituto a lui intitolato. Insegnante, cattolico, marito e padre, per la sua attività antifascista – peraltro non violenta – fu deportato al campo di concentramento di Fossoli e lì fucilato il 12 luglio 1944.
Ma forse non tutti conoscono la vicenda di Marino Dellapasqua, giovane partigiano originario di Borghi che combatté nelle file della Resistenza jugoslava.
A lui, caduto il 12 aprile 1945 e insignito dal governo italiano con la medaglia di bronzo al valor militare, è dedicata la scuola elementare di San Bartolo.
Ci spostiamo a Sant'Ermete ed ecco la scuola Fratelli Cervi, intitolata ai sette giovani antifascisti di Reggio Emilia brutalmente assassinati dai nazifascisti il 28 dicembre 1943.
Sui banchi di quella scuola ci sono cresciuta, pensare che oggi sono più grande di quasi metà di loro il giorno in cui sono stati uccisi mi inquieta e mi commuove.
Visto che abbiamo allargato lo sguardo alla storia italiana nel suo insieme, è impossibile non ricordare che proprio in questi giorni ricorre l'ottantesimo anniversario dell'approvazione delle leggi razziali fasciste.
Leggi che tutti conosciamo per nome, per sentito dire, magari senza sapere che si tratta di una serie di norme entrate in vigore tra il settembre 1938 e il luglio 1939 in seguito al "Manifesto della razza" fascista.
Quelle parole – messe nero su bianco per impedire agli ebrei e a tutte le altre minoranze sgradite di andare a scuola, avere un lavoro e partecipare alla vita sociale – devono essere lette e rilette, per capire a cosa porta l'idea di supremazia razziale oggi rievocata in tutta Europa.
La carrellata di vicende storiche citate – che vi invito ad approfondire – dimostra quanto è importante conoscere la storia per non cadere nelle stesse trappole del passato.
Non facciamoci fregare da frasi come “Eh ma quella volta era diverso” o dall'idea che Santarcangelo sia stata o possa essere un'isola felice, estranea alle peggiori derive del mondo esterno.
A Santarcangelo quella realtà è esistita, anzi è stata ben presente, ha colpito duramente e suscitato reazioni, chiamando chi non era d'accordo con il fascismo dominante a fare una scelta di campo ben precisa.
Chi nega questo nega la storia di Santarcangelo e dell'Italia intera, chi cerca di ridimensionare o raccontare diversamente questi fatti altera la realtà del loro svolgimento.
L'impatto della dittatura fascista sul nostro Paese fu devastante, rese necessario un nuovo inizio civile, politico e culturale, dando origine alla società che conosciamo oggi.
Un giovane Tonino Guerra fu deportato in Germania per l'adesione al Fronte della Gioventù, gruppo di ragazzi antifascisti che a scorrerne oggi l'elenco dei nomi si ritrova qualcosa di familiare.
Tra gli altri ci sono infatti Raffaello Baldini, Flavio Nicolini, Nino Pedretti, il nucleo vivo della straordinaria esperienza culturale del Novecento che più di ogni altra cosa caratterizza Santarcangelo e l'ha resa quello che è oggi.
Un percorso cominciato nella miseria della guerra, raccontata così bene nel libro "La notte delle bandierine rosse", e proseguito con la battaglia per i diritti fondamentali, la dignità umana, la libertà sociale e politica, che sono importanti come l'aria che respiriamo.
Mentre altrove si fanno scelte diverse che riecheggiano pericolosamente quelle passate, noi oggi ci fermiamo per ringraziare coloro che si sono impegnati in quella lotta, qui rappresentati dall’ANPI e dal nostro Werter Paesini, anche lui partigiano all'estero.
Ci fermiamo insieme alle autorità, alle forze dell’ordine, alle forze politiche, a bambini e bambine di quinta della Pascucci insieme alle loro insegnanti, insomma a tutti coloro che hanno voluto esserci oggi.
Vi ringrazio, per aver risposto al nostro invito ed essere venuti qui, in una mattina di un giorno lavorativo, a ricordare chi ha combattuto il fascismo e chi ha perso la vita da innocente, travolto dalla brutalità della guerra come le otto vittime di quell'esplosione avvenuta il 30 settembre 1944.
Grazie a tutti.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:16