Descrizione
Si arricchisce ancora la mostra Sciami al Museo storico archeologico di Santarcangelo: all’installazione work in progress di Leonardo Blanco, inaugurata lo scorso dicembre e in continua evoluzione, si aggiunge anche lo sguardo nuovo dell’artista forlivese Matteo Lucca, che con le sue figure antropomorfe di pane e di terracotta, svilupperà un percorso parallelo che dialogherà con le opere di Blanco.
Una seconda novità riguarda invece un ricco programma di incontri ideati da Mario Turci che spazierà su diversi temi, dal mondo animale (quello delle api) all’arte contemporanea, all’era digitale e che terminerà con la presentazione del catalogo (giovedì 4 luglio 2019) e il finissage della mostra a fine settembre.
“SCIAMI DIGITALI” è il titolo del primo incontro in programma domenica 10 marzo alle 17 presso il Musas: un dialogo tra l’editore Massimo Roccaforte e l’avvocato Simone Aliprandi sui flussi di dati e i diritti d’autore nell’era di internet. La seconda conferenza dal titolo “SCIAMANI DELL’ARTE. Sciami e arte contemporanea” si terrà sabato 6 aprile, mentre sabato 11 maggio è in programma l’incontro “SCIAMI E ALVEARI. Una riflessione sul rischio estinzione api”.
Sciami è un progetto che si sviluppa sulla duplicità di sguardo tra due artisti e costruito su diversi innesti e complicità. Leonardo Blanco si è accostato al patrimonio del Musas attraverso un complesso sistema installativo composto da totem realizzati con legni di reimpiego, che diventano ponti di collegamento e di continuità tra la vita sospesa del presente con la vita passata. Dal loro interno scaturiscono forme libere e aggettanti, dall’articolazione scalena e mossa, la cui superficie composita traluce di particelle metalliche, quasi tessere musive accostate. Come da alberi cavi una forza segreta dalla carica vitalistica fuoriesce dall’ombra, dal cuore di un favo segreto.
Matteo Lucca fruga invece dentro la materia viva e organica di elementi duttili come argilla e pasta lievitata, ne elabora le forme, le trasforma in una umanità dolente dai volti composti, come un racconto antico che custodisce memorie e peripezie. Offrirà l'occasione per una riflessione sul destino e la fragilità, sulla consumazione del corpo come mistero e come atto partecipativo e dono, svolto attraverso azioni performative reali. Al di là delle briciole, come pane che si dà e offre vita.
Sciami è un progetto cresciuto non solo sulla duplicità di sguardo di due artisti ma anche su diversi innesti e complicità, dove il Museo diventa un habitat per raccontare la complessità del presente. Sciami è un percepire e un addentrarsi nei territori del tempo e dello spazio museale che svela nuove energie come una vera ‘piazza del sapere’ e luogo di incontro.
PROGRAMMA DELLE CONFERENZE
> Domenica 10 Marzo – ore 17
SCIAMI DIGITALI
Flussi di dati e diritti d’autore nell’era di internet
Dialogo tra Massimo Roccaforte, editore e Simone Aliprandi, avvocato.
Leonardo Blanco. Un’esposizione in divenire.
> Sabato 6 aprile – ore 17
SCIAMANI DELL’ARTE
Sciami e arte contemporanea
Incontro con Elisabetta Pozzetti, art curator.
Leonardo Blanco e Matteo Lucca in dialogo.
A seguire, aperitivo.
> Sabato 11 maggio – ore 17
SCIAMI E ALVEARI
Una riflessione sul rischio estinzione api
Incontro con Paolo Pantaleoni, apicoltore
Ass.ne Apicoltori Rimini e Montefeltro.
Leonardo Blanco. Un’esposizione in divenire.
Per maggiori informazioni: www.museisantarcangelo.it
Matteo Lucca - Per Matteo Lucca, scultore (Forlì, 1980) il pane è l'elemento base del suo plastificare, medium infinitamente versatile del suo fare artistico. All’interno di stampi di terracotta, spesso calchi-autoritratti dello stesso artista, prendono vita sculture a grandezza naturale, dove l'abilità di Lucca entra in relazione con l'imprevedibilità dei risultati offerti dal processo di lievitazione e di cottura degli impasti che, di volta in volta, trasformano la materia, tra fedeltà al modellato e metamorfosi forgiate dal fuoco, in apparizioni solennemente fragili e potenti. Un azzardo nel corpo delle forme, incrinate nella integrità, cosparse di cretti e fenditure annidate all'interno, un eterno sospeso, testimonianza della caducità, attraverso un materiale che è cibo e segno.
Lucca mette in campo una epicità virtuosamente chimica, fatta di combustione e di impasti vitali che diventano corpi e forme dalla superficie tattile, traslucida, dalla mollezza fragrante e aziona un rapporto simbolico con lo spazio circostante. Con una plasticità che si fa dinamica, vagamente barocca, come i tormenti dei santi martiri che attendono redenzione, figure di uomini e di donne, seriali e ieratici in una fissità fuori dal tempo, dispiegano paradossalmente una energia convulsa, tra la monumentalità dei loro corpi arsi e anneriti dal fuoco e la possibilità della loro consumazione, espressione di offerta e condivisione. Un convivio simbolico, che allude alla vita risorgente e che appaga desideri di conoscenza.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:21