Descrizione
L’arte e la cultura per rigenerare le ex carceri di Santarcangelo, che potranno diventare un luogo di ricerca, sperimentazione, produzione e formazione artistica nei campi delle discipline audiovisive e digitali. Il processo di partecipazione si è chiuso con la redazione un Manifesto che immagina per le ex carceri un futuro capace di accogliere e far incontrare artisti nazionali e internazionali con la comunità locale e i ragazzi delle scuole, con l’obiettivo di intrecciare le relazioni tra arte, educazione e comunità.
Un luogo in grado di avvicinare e formare all’arte bambini e ragazzi, che sappia innovare le pratiche artistiche e pedagogiche integrandole a quelle sociali e di welfare, con l’obiettivo di generare opportunità di crescita, contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione anche dei giovani cosiddetti “invisibili”, che rimangono ai margini della comunità. Uno spazio capace di generare forme innovative di impresa culturale, con l’obiettivo di produrre lavoro, soprattutto giovanile, attraverso l’arte e la cultura. Ma anche un luogo della contemporaneità, che sappia dialogare con la storia, la memoria e l’identità locale.
È questo l’esito finale del progetto partecipativo “Sprigionati… le ex carceri che vorresti!”, che si è concluso ieri (venerdì 8 ottobre) dopo un percorso di circa nove mesi, che ha coinvolto quasi 450 persone in 25 appuntamenti tra focus group, laboratori, interviste, passeggiate, eventi e il centro estivo.
“La partecipazione a questo progetto, cominciato in piena pandemia, non era affatto scontata – dichiara la sindaca Alice Parma – e invece la risposta di Santarcangelo è stata ancora una volta attenta e consistente. Associazioni, gruppi anche informali e singoli cittadini hanno dato il proprio contributo sul futuro delle ex carceri, consolidando ulteriormente un modello partecipativo che resta disponibile per le prossime esperienze su altri spazi urbani. Alla città – conclude la sindaca – rimane inoltre un patrimonio di memoria su questo luogo e sul centro storico, dai racconti ai podcast passando per lo straordinario documentario di Stefano Bisulli su Quinto Bonfè, che troverà piena collocazione presso gli istituti culturali di Santarcangelo”.
“Grazie alla partecipazione siamo arrivati a immaginare insieme il riuso di un edificio, anzi di un vero e proprio monumento, rimasto chiuso per tantissimi anni” dichiara l’assessore al Patrimonio, Filippo Sacchetti. “La volontà dell’Amministrazione comunale, l’impegno del Palloncino Rosso e il contributo della Regione Emilia-Romagna attraverso il bando Partecipazione hanno consentito di realizzare un percorso che ora, appena chiuso il progetto partecipativo, ci consente di candidare le ex carceri al bando regionale dedicato alla rigenerazione urbana, in scadenza a fine novembre. L’arrivo di finanziamenti per ristrutturare e riqualificare l’immobile – conclude Sacchetti – ci consentirebbe di avviare in tempi relativamente brevi l’attuazione del progetto ‘Sprigionati’, segnando la definitiva rinascita delle ex carceri”.
“Sprigionati… le ex carceri che vorresti!” – Dal Manifesto per le ex carceri
Un’impresa culturale e creativa basata sul protagonismo dei giovani – La nascita di un’impresa culturale e creativa potrebbe essere lo strumento per riattivare e rigenerare lo storico edificio di via Pio Massani: un’impresa in grado di operare nei campi delle arti visive, audiovisive e digitali basata sul talento e sullo sviluppo delle competenze dei giovani lavoratori e sulla volontà di creare impatti culturali e sociali a beneficio della comunità. Un’impresa collaborativa, capace di lavorare in rete e di attivare collaborazioni in ambito locale, con particolare attenzione alle scuole e alle realtà che operano in campo artistico, culturale, educativo e associativo, a livello locale, regionale, nazionale e internazionale.
Una scuola d’arte per bambini e ragazzi – La comunità del processo “Sprigionati” ha poi indicato nella formazione dei bambini all’arte una delle funzioni e delle attività prioritarie per le ex carceri del futuro, nonché uno degli elementi fondanti l’identità locale. L’arte è infatti uno strumento pedagogico tra i più potenti perché educa gli individui al possibile, all’immaginazione, alla creatività, ma è anche l’elemento fondante delle esperienze didattiche originali di maestri e docenti che hanno insegnato a Santarcangelo dando vita a una vera e propria scuola pedagogica legata all’espressione pittorica. In tal senso, nelle ex carceri potrà trovare spazio una scuola d’arte dedicata espressamente ai bambini e ai ragazzi, affinché l’arte sia parte della loro crescita evolutiva, in cui sperimentarsi, fare esperienza di sé e del mondo.
Una residenza per artisti – Il tema delle ex carceri quale residenza per artisti è l’argomento che ha dominato il confronto e il dibattito dalle prime interviste fino all’ultimo dei laboratori. Di fatto questa funzione appartiene tanto alla storia del luogo, perché altri artisti vi hanno vissuto o lavorato, quanto all’identità di Santarcangelo. Una residenza per artisti basata sull’ospitalità e sul sostegno del processo creativo, in cui l'artista può vivere la propria arte a tempo pieno e con lentezza, per un dato tempo, da alcune settimane ad alcuni mesi. Una residenza per artisti e per maestri d’arte scelti perché interessati a interagire con la comunità: una residenza per artisti che sia una fabbrica dell’arte, generativa per l’impresa culturale, creativa e per la città, che possa diventare progressivamente un punto di riferimento nei circuiti nazionali e internazionali, concorrendo al contempo alla crescita del sistema sociale, educativo e culturale locale.
Un nuovo soggetto per la gestione – Il Manifesto per le ex carceri affronta poi le tematiche relative all’individuazione e al ruolo del soggetto gestore delle ex carceri, ai tempi di attivazione dell’impresa culturale e creativa, al sostegno della stessa in fase di avvio, fino a indicare il ruolo dell’Amministrazione comunale a partire dalla ristrutturazione dell’immobile.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:31