Descrizione
Prosegue domani (martedì 27) e venerdì 30 aprile la rassegna “Ora e sempre! Resistenza Diritti Lavoro”, organizzata quest’anno in forma digitale dal Comitato cittadino antifascista, tavolo di lavoro presieduto dalla sindaca Alice Parma che riunisce Amministrazione comunale, associazioni del territorio, istituzioni pubbliche, organizzazioni sindacali, scuole e forze politiche locali.
Martedì 27 aprile alle ore 17,30 si svolgerà la tavola rotonda “Don Giovanni Montali e Rino Molari. Storia di un'amicizia tra ‘resistenti’”, organizzata dalla biblioteca Baldini – che trasmetterà l’incontro in diretta sulla sua pagina Facebook – in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini. La conferenza, condotta da don Andrea Turchini (Rettore del Pontificio Seminario Regionale Flaminio di Bologna), vedrà gli interventi di Maurizio Casadei (Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea di Rimini, autore di ricerche e note biografiche su Rino Molari), Piergiorgio Grassi (Università di Urbino) e don Gabriele Gozzi (vicedirettore dell’Issr “Marvelli” e curatore del recente volume “Don Giovanni Montali. La forza della carità per una rinascita civile”).
La tavola rotonda analizzerà il rapporto di amicizia tra due santarcangiolesi, don Giovanni Montali e Rino Molari, resistenti disarmati contro il nazifascismo. Montali e Molari si erano conosciuti a Riccione, dove il sacerdote riuniva nella sua canonica coloro che avevano deciso, in condizioni difficili e pericolose per la propria vita, di impegnarsi a garantire la dignità di donne e uomini perseguitati e umiliati, in pericolo di vita, a qualsiasi religione e visione del mondo appartenessero, e di prepararsi ad un futuro di pace, ritenuto vicino perché le forze alleate apparivano ormai vincitrici, nonostante la Wermacht del generale von Kesserling avesse preparato una munitissima linea difensiva, la cosiddetta Linea Gotica. Molari insegnava alle scuole medie di Riccione e da cattolico praticante si era avvicinato all’anziano prete, stringendo un’amicizia molto solida: la sua naturale avversione contro la guerra che insanguinava tutta l’Europa si sarebbe trasformata ben presto in una più matura coscienza politica.
La rassegna “Ora e sempre!” si concluderà venerdì 30 aprile alle ore 21 con l’incontro “Vite violate. Le donne nella guerra e nella diaspora”. Sul canale YouTube dell’Anpi Santarcangelo – che ha curato la realizzazione della diretta – il giornalista Emilio Drudi (comitato “Verità e giustizia per i nuovi desaparecidos del Mediterraneo”) si confronterà con la dottoressa Lucia Borruso (associazione “Medici nel mondo”) sul conflitto in corso nella regione etiope del Tigrè, in particolare sull’uso della violenza sessuale come arma di guerra nell’ambito di un conflitto particolarmente cruento eppure poco noto.
Don Giovanni Montali – Nato il 28 marzo del 1881 a Canonica di Santarcangelo è intellettuale finissimo, profondo conoscitore della lingua francese (traduttore di diversi volumi di carattere teologico e religioso), a lungo parroco a San Lorenzo di Riccione. Qui nei mesi della guerra si collegò alla Resistenza e con l’aiuto di Rino Molari si impegnò a creare una rete di aiuto per gli ebrei perseguitati. Ricercato, fu costretto a rifugiarsi nella Repubblica di San Marino, ma al suo ritorno trovò la sua chiesa e la sua canonica rovinate e spogliate, e i suoi fratelli – Luigi e Giulia Montali – uccisi per rappresaglia dai fascisti e abbandonati in un pozzo attiguo alla canonica.
Rino Molari – Nato a Santarcangelo il 9 maggio 1911, insegnante, subito dopo la caduta del fascismo si adoperò per costituire a Santarcangelo un primo nucleo antifascista, nel quale entrò come rappresentante della Democrazia Cristiana. In seguito, sopravvenuto l'armistizio, Molari si diede a organizzare rifugi per i ricercati politici e i militari sbandati, a mettere in piedi i primi collegamenti tra i gruppi che si stavano costituendo per la lotta armata contro i nazifascisti, a diffondere la stampa clandestina. Partigiano dell'ottava Brigata Garibaldi, fondò il CLN di Santarcangelo, in collegamento con i comitati di Rimini, Riccione, Morciano, Pesaro e Novafeltria, dove risiedeva. Il 27 aprile 1944 (in seguito ad una spiata di Giuseppe Ascoli), cadde nelle mani dei fascisti a Riccione. Tradotto a Cesena, fu poi rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, a disposizione delle SS. L'insegnante rimase in cella, sottoposto a tortura sino al 6 giugno, quando i tedeschi decisero il suo trasferimento nel campo di concentramento di Fossoli. Rinchiuso nella baracca 16A, Molari fu immatricolato col numero 1406. Poco più di un mese dopo, il 12 luglio, venne fucilato dai nazifascisti con altri 66 prigionieri nel poligono di tiro a segno di Cibeno.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:30