Descrizione
Inizieranno in autunno i lavori di restauro del sito archeologico di piazza Balacchi e della grotta rinvenuta al di sotto di via Saffi. L’iter amministrativo messo a punto dal settore Territorio prevede infatti l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo entro il mese di maggio e, a seguire, le fasi per la pubblicazione del bando di gara e l’affidamento dei lavori all’impresa che si aggiudicherà le opere da eseguire.
Espletate le procedure amministrative, il cantiere dovrebbe dunque aprirsi entro il prossimo autunno e comunque non oltre la fine dell’anno, per dare il via a uno dei recuperi di maggiore valore della Santarcangelo sotterranea. Grazie alle indagini archeologiche condotte fra il 2019 e il 2020 sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, infatti, è venuto alla luce l’intero potenziale archeologico e architettonico dell’area, con elementi che hanno offerto una nuova chiave di lettura in particolare della “grotta” di via Saffi, rinvenuta nel 1998. Da sempre considerata una “nevaia”, in realtà la grotta semicircolare faceva parte della struttura difensiva risalente al millequattrocento, quando il borgo venne ingrandito e circondato da mura completate nel 1447 da Sigismondo Pandolfo Malatesta.
I lavori di restauro e di valorizzazione dell’ipogeo di via Saffi non subiranno dunque rallentamenti in seguito alle alterazioni del cantiere ravvisate dai tecnici nel corso di alcuni sopralluoghi, in merito alle quali è stata informata la Soprintendenza e sporta denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine.
Per quanto riguarda invece ad alcune prese di posizione pubbliche da parte di consiglieri comunali dei gruppi di minoranza, nonché in merito a quanto apparso su alcuni organi d’informazione relativamente al presunto immotivato diniego alla richiesta di accesso agli atti riguardanti la grotta di piazza Balacchi, l’Amministrazione comunale precisa che tutta la documentazione relativa ad aspetti non sottoposti a indagine è stata resa disponibile ai consiglieri comunali che ne hanno fatto richiesta, così come previsto dalla legge. È noto, infatti, che gli atti di indagine sono di competenza esclusiva della Procura e non nella disponibilità del Comune il quale comunque, ha espresso, per tale motivo, un differimento e non un diniego.
Risultano pertanto fuorvianti e prive di correttezza nei confronti dei dirigenti comunali – che hanno provveduto con celerità a fornire ogni indicazione del caso – le affermazioni di alcuni consiglieri comunali secondo i quali l’Amministrazione comunale non ha reso disponibili tutti gli atti che avrebbero avuto il diritto di consultare.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:31