Descrizione
Tra le storie più interessanti e incredibili che sono custodite, tra quelle relative ai guardiani, quella di Leone Lupacchini merita di essere raccontata.
Nel novembre 1884 l’impresa addetta alla fornitura carceraria nomina come proprio rappresentante Leone Lupacchini, figlio proprio di quel Vincenzo divenuto custode vent’anni prima. Si legge infatti che «il Lupacchini Leone è figlio di questo Guardiano Carcerario col quale convive, e che non fu mai agente di custodia, se non in circostanza di malattia del padre».
Qualche tempo dopo, interpellato in merito, il Sindaco risponde che «a stretto rigore non converrebbe che un individuo della famiglia del locale Guardiano carcerario rappresentasse l’impresa carceraria, ma siccome per la pochissima importanza di queste carceri nessuno assumerebbe l’incarico di rappresentante, chi scrive ritiene possa tollerarsi tale rappresentanza, e non ha nulla in contrario»!
Appare subito evidente come il figlio di Vincenzo Lupacchini rappresentasse un serio problema: innanzitutto per un chiaro conflitto d’interesse, ma anche per via della sua condotta.
Il 4 giugno 1885 l’impresa “Bovone”, addetta alla fornitura delle carceri della Provincia di Forlì, informa il Sindaco che Leone Lupacchini ha interrotto il proprio servizio ed ha contratto debiti verso l’impresa stessa e prega dunque il Comune a provvedere temporaneamente al servizio e a costringere poi il Lupacchini a rifondere i danni e le spese.
Al 6 giugno dello stesso anno risale una denuncia fatta dal Comandante dei Carabinieri Reali della Stazione di Santarcangelo, riguardo «abusi del figlio del Guardiano delle Carceri, Leone Lupacchini». Si riporta innanzitutto che tra il 23 e il 24 maggio vennero rinchiusi nel carcere tre braccianti (Caracchini, Burnacci e Bargellini) della Parrocchia di Ciola, per espiare un’ammenda, ai quali non venne somministrato il vitto. Ora «essendo morto giovedì 4 corrente il Carceriere titolare Lupacchini Vincenzo, adesso detto carcere resta in balìa del figlio Leone di anni 26, il quale se quando era vivo il di lui padre adoperava delle sevizie verso i detenuti, adesso agirà peggio, e ciò sempre a scapito del detenuto, che credo essere già pena essere tratto in carcere senzachè un guardiano deve ancora molestarlo con non dargli il vitto»...
Nel giugno 1885 dunque muore Vincenzo Lupacchini e suo figlio Leone viene nominato guardiano provvisorio, assommando questa incombenza a quella di rappresentante della fornitura carceraria. Le conseguenze furono nefaste e risulta oltretutto che svolgesse questi compiti senza una formale investitura, come testimoniato dal Sindaco in una lettera al Pretore di Mandamento: quest’ultimo chiedeva i verbali di consegna delle carceri e di nomina a guardiano di Lupacchini, ma il Sindaco non potè soddisfarlo in quanto tali documenti non furono rinvenuti.
La gestione “allegra” da parte di Leone ebbe comunque vita breve: nel giugno 1887 il Sottoprefetto di Rimini avverte il Sindaco che il guardiano «non attende come si conviene alla custodia dei detenuti in codesto Carcere e mi consta che si permette assentarsi, lasciando incustodito il Carcere». Risulta anche che «il medesimo sarebbe stato visto girare di notte insieme ai detenuti, e che permette colloqui senza la necessaria autorizzazione; che non somministra sempre ai detenuti le competenze loro dovute; e vuolsi ancora che abbia perfino venduto oggetti appartenenti alle forniture carcerarie»...
Prosegue ancora la lettera: «La condotta morale e civile del Lupacchini sarebbe tutt’altro che regolare, constando essere stato egli ripetutamente condannato da codesta Pretura per contravvenzioni, ed anche per ingiurie personali […] questo Agente non può più rimanere al suo posto». Il Sottoprefetto dunque invita il Sindaco ad eseguire una visita accurata al carcere, in particolare sugli oggetti e sul vestiario risultanti dall’ultimo verbale, per denunciare Lupacchini in caso di trafugamento. Nel frattempo lo stesso viene sospeso dalle sue funzioni e la custodia del carcere affidata in via provvisoria ad altro guardiano.
Finalmente il 17 giugno 1887 Leone viene licenziato. Alcuni giorni dopo giunge a Santarcangelo il nuovo guardiano, tale Catani Crescentino, per prendere possesso del carcere e contestualmente far sloggiare il Lupacchini, dato che ancora ne occupava i locali!
Fonte: Archivio storico comunale di Santarcangelo di Romagna, Biblioteca “Antonio Baldini”
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:31