Descrizione
L’immobile di Santarcangelo confiscato alla criminalità organizzata ha una nuova destinazione: per un periodo sperimentale di due anni a partire dal 2024, infatti, ospiterà un gruppo di giovani in condizione di fragilità, accompagnati da educatori professionali in un percorso per l’autonomia personale.
Completato l’intervento di riqualificazione – realizzato grazie a un contributo di 45mila euro della Regione Emilia-Romagna – l’Amministrazione comunale e il Distretto socio-sanitario di Rimini nord hanno ideato un progetto di accoglienza per ragazze o ragazzi inedito e innovativo per la realtà santarcangiolese.
“Dopo il proposito iniziale di accogliere profughi provenienti dall’Ucraina, superato dall’evolversi degli eventi, insieme al Distretto socio-sanitario abbiamo iniziato a confrontarci su un possibile diverso utilizzo del bene confiscato” affermano la sindaca Alice Parma e l’assessore ai Servizi sociali e welfare, Danilo Rinaldi.
“La scelta è ricaduta su un percorso di autonomia per giovani in condizione di fragilità, una destinazione che crediamo porti con sé un messaggio di speranza e solidarietà da parte di tutta la comunità di Santarcangelo, che mette uno spazio comune a disposizione di chi ne ha più bisogno. L’intento, infatti, è rafforzare nel segno di una maggiore continuità i servizi dedicati ai minori – concludono sindaca e assessore – introducendo una nuova fase per accompagnare i ragazzi alla maggiore età in un’ottica di autonomia e autoaffermazione”.
L’immobile confiscato sarà dunque una “comunità per autonomia”, una struttura residenziale che ospiterà ragazzi o ragazze che hanno necessità di essere supportati per completare il loro processo di crescita verso l’autonomia e l’integrazione sociale. Gli utenti, neo diciottenni o prossimi al compimento della maggiore età, saranno individuati tra i giovani in carico all’area “Minori” dei Servizi sociali distrettuali e accolti in comunità residenziali, che non possono contare su una rete familiare solida e strutturata.
Per ciascuno degli ospiti sarà predisposto un progetto individualizzato per permettere ai ragazzi di completare il percorso intrapreso nelle strutture residenziali di provenienza, accompagnandoli fino al ventunesimo anno di età con un supporto quotidiano nelle scelte verso il completamento degli studi, la formazione professionale o l’accesso al mercato del lavoro, nonché al processo di piena inclusione sociale. L’appartamento accoglierà un massimo di cinque ragazzi nella fascia d’età 17-21 anni, con il supporto di due figure educative per 36 ore settimanali complessive e un servizio di reperibilità in caso di necessità.
Nel gruppo appartamento, in particolare, i ragazzi sperimenteranno una responsabilità diretta nella convivenza (autogestione sulla base di regole concertate con gli educatori) e nei percorsi di crescita, con un sostegno mirato da parte degli educatori. Il fine ultimo è quello di raggiungere un buon livello di equilibrio personale, di adeguatezza nelle relazioni sociali e autonomia abitativa, di studio e lavorativa.
L’esperienza della assunzione di responsabilità individuale e di gruppo sarà uno strumento centrale per la maturazione personale, il superamento di eventuali disagi relazionali e per l’acquisizione di una piena autonomia, anche attraverso il supporto offerto dalle prestazioni dei servizi territoriali, dagli educatori di riferimento e dal quotidiano misurarsi nella vita della comunità.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:42