È deceduto nella notte all'ospedale di Santarcangelo il poeta Gianni Fucci

Fu il primo ad analizzare l’esperienza del “Circolo de Giudizio” di cui ha fatto parte assieme a Guerra, Baldini, Nicolini, Pedretti e Macrelli

Data :

15 febbraio 2019

Municipium

Descrizione

È morto questa notte all’età di 90 anni all'ospedale di Santarcangelo il poeta Gianni Fucci, tra gli esponenti di spicco del "Circolo del Giudizio". Nel settembre 2017 diventa primo sindaco della Città della Poesia eletto ad honorem in occasione della terza edizione di Cantiere Poetico per Santarcangelo. Il sindaco Alice Parma esprime il cordoglio dell’Amministrazione comunale e si unisce al dolore dei familiari.

Da un intervista a Gianni Fucci a proposito del “Circolo del Giudizio”: “Eravamo molto irrequieti, avevamo molti interessi: la pittura, il cinema, la musica – ovviamente la letteratura in genere, la poesia… e naturalmente non è che avessimo sempre le idee univoche: a rugémi, a fémmi un pó ad caséin”. “C'era il cugino di Lello che si chiamava Giovannino Moroni, con un altro il quale aveva mostrato insofferenza per questi urli, per le scalmane di questi giovani che erano nella sala di là... Va là, lassa pérd, gli dice Giovannino, l'è quei de Cìrcal de Giudéizi… come dire, sono i matti”.

Gianni Fucci – Nato il 3 ottobre del 1928 a Montbeliard (Francia), viveva a Santarcangelo fin dall’infanzia. A Santarcangelo ha dedicato alcuni lavori sia di carattere critico-letterario, sia di carattere storico: si segnala in particolare “La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo ed antifascismo 1919-1943”, scritto con l’amico Serino Baldazzi, pubblicato nel 1994 e rieditato nel 2017 dall’Anpi di Santarcangelo. Giovanissimo, assieme agli amici Tonino Guerra, Nino Pedretti, Flavio Nicolini, Rina Macrelli, Raffaello Baldini, Federico Moroni e Giulio Turci, fece parte di quel sodalizio che fu ribattezzato ironicamente “E’ cìrcal de giudéizi”. È stato probabilmente il primo ad analizzare l’esperienza del cosiddetto Circolo del Giudizio, consacrandone il nome con l’intervento “E' circal de giudéizi (un ricordo di Nino Pedretti)”, apparso in “Il lettore di provincia” di aprile-maggio 1987. Si è occupato anche di cinema collaborando con Elio Petri e Flavio Nicolini, ma è soprattutto come poeta che si è imposto all’attenzione della critica letteraria nazionale. Avvicinatosi alla poesia dialettale intorno alla metà degli anni settanta, Fucci pubblica le sue prime sei raccolte in romagnolo: “La morta e e’ cazadòur” (1981), “Elbar dla memoria” (1989), “La baleda de vènt” (1996), “E’ bastimènt” (1996), “Témp e tempèsti” (2003), “Vent e bandiri” (2005), mentre è del 2002 la plaquette “Nadel. Sonetti d’auguri”. È presente in numerose antologie, tra cui “La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento” a cura di Franco Brevini (Einaudi, 1999), “Il pensiero dominante. Poesia Italiana 1970-2000” a cura di Franco Loi e davide Rondoni (Garzanti, 2001), “Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del novecento” (Pazzini, 2006). L’opera di Fucci è stata a sua volta raccolta in due antologie: “Antologia privata: poesie in dialetto romagnolo 1981-2003” (Pazzini, 2006) e “Da un chev a l'elt: antologia delle opere poetiche (1981-2010)” a cura di Gianfranco Lauretano (Il ponte vecchio, 2010). È invece del 2011 il poema “Rumanz. Un’epica famigliare in dialetto santarcangiolese” (Il Vicolo), mentre nel 2013 esce per l’editore Pazzini “Nadêl 2: sonetti d'auguri (2002-2013)”. Seguono le raccolte poetiche “Fugh e fiàmbi (Magara la coulpa l'è enca la nosta): poesie in dialetto santarcangiolese” (Pazzini, 2014), “Sigilli del tempo. Poesie in lingua” (Raffaelli, 2015), “Lêgrimi ad luce” (Il Vicolo, 2016), “L'antico viandante. Poesie” (Pazzini, 2017), “Il mio cuore ascolta: poesie” (Il vicolo, 2018) presentato in anteprima in occasione delle celebrazioni del sui 90 anni. Nel 2015 Gianni Fucci ha donato alla biblioteca Baldini di Santarcangelo il suo archivio di scrittore e studioso del dialetto romagnolo.

È inoltre compreso in svariate antologie e saggi critici tra cui: Cento anni di poesia dialettale romagnola, a cura di G. Bellosi e G. Quondamatteo, Imola, Galeati, 1976; Le parole di legno. Poesia in dialetto del ‘900 italiano, a cura di G. Chiesa e M. Tesio, Milano, Mondadori, 1984; Poeti dialettali del Novecento, a cura di F. Brevini, Torino, Einaudi, 1987; Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990; Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi, a cura di G. Spagnoletti e C. Vivaldi, Milano, Garzanti, 1991; Santarcangelo dei poeti, a cura di P. Guiducci, Morciano di Romagna, Banca Popolare Valconca, 1994; La poesia dialettale romagnola del Novecento, a cura di G. De Santi, Rimini, Maggioli, 1994; Le radici e il sogno. Poeti dialettali del secondo Novecento in Romagna a cura di L. Benini Sforza e N. Spadoni, Faenza, Mobydick, 1996; La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento, a cura di F. Brevini, Milano, Mondadori, 1999; Il pensiero dominante. Poesia italiana 1970-2000, a cura di F. Loi e D. Rondoni, Milano, Garzanti, 2001; Poeti in romagnolo del secondo Novecento, a cura di P. Civitareale, Imola, La Mandragora, 2005.

Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:20

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