77° Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo, le parole della sindaca Parma

Venerdì 24 settembre sotto il porticato del Municipio si sono svolte le celebrazioni istituzionali, con l'intitolazione della sezione locale Anpi alla partigiana Alba Mini

Data :

24 settembre 2021

Municipium

Descrizione

Buongiorno a tutti e grazie per essere qui.

Oggi ricordiamo il 77° anniversario della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo in modo un po’ diverso dal solito.

Invece di inaugurare una targa dedicata a un partigiano in qualche luogo della città, siamo qui per intitolare la sezione ANPI di Santarcangelo alla partigiana Alba Mini.

Come spiegherà poi meglio Giusi, oltre a raccontare chi era Alba Mini, questa scelta fa parte di un lavoro portato avanti dall’ANPI nazionale per dare il giusto riconoscimento al ruolo delle donne nella Resistenza.

Ecco, con il mio intervento vorrei invece allargare la visuale alla società di oggi, al ruolo che le donne hanno al suo interno e ai tanti passi avanti che ancora restano da fare per conseguire un’effettiva parità.

Oggi qui di fronte a voi vedete una sindaca donna e una donna presidente provinciale di un’associazione importante come l’ANPI.

Mi fa piacere sottolineare che a Santarcangelo gli organi di governo della città vedono una forte presenza femminile nelle cariche più importanti, visto che oltre a me sono donne la vice sindaca, la presidente del Consiglio comunale e la sua vice.

Questo però non deve e non può bastare, perché le donne presenti nei principali ruoli decisionali della nostra società sono ancora troppo poche.

In media, inoltre, facendo lo stesso lavoro dei loro colleghi uomini le donne percepiscono stipendi mediamente inferiori del 12%, senza contare che nel nostro Paese lavora solo il 22% delle donne, a oggi.

Questo solo per far capire quanto sia importante ogni contributo, anche dal punto di vista storico, nel lungo percorso per l’emancipazione femminile, la parità di genere e i diritti delle donne.

Ringrazio quindi l’ANPI per aver scelto Alba Mini, così come li ringrazio per aver pensato di allargare ulteriormente lo sguardo, sempre sul tema dei diritti, fino ad arrivare all’Egitto e a Patrick Zaki.

Quella di Patrick Zaki è una storia che ormai tutti conosciamo. Studente dell’Università di Bologna di origini egiziane, è stato arrestato il 7 febbraio 2020 nel suo Paese e da allora è detenuto in attesa di processo.

La vicenda di Zaki è emblematica perché rappresenta una pesante violazione di un diritto fondamentale, quello alla libertà d’espressione, visto che Patrick è stato arrestato per aver criticato sui social il governo egiziano.

Per questo l’Italia intera si è mobilitata in suo favore, chiedendo la sua scarcerazione. Ma dopo oltre un anno siamo più o meno al punto di partenza, con il processo che non comincia e la detenzione preventiva continuamente prolungata.

Da parte nostra, come Comune, per testimoniare la vicinanza della comunità locale a Patrick, il 26 febbraio scorso gli abbiamo conferito la cittadinanza onoraria di Santarcangelo.

Personalmente, inoltre, la scorsa settimana ho partecipato a una bella iniziativa organizzata a Cervia dall’associazione Amnesty International, che fin dall’inizio si sta battendo per la liberazione di Patrick.

Vi invito quindi a partecipare, domani sera, alla proiezione del documentario “Waiting for Patrick” al Lavatoio. Sarà presente anche l’autore, Valerio Lo Muzio, recentemente premiato come miglior giornalista emergente dell’Emilia-Romagna al Festival dell’editoria e del giornalismo emergente.

Prima di concludere, vorrei condividere con voi anche il ricordo di una persona cara che purtroppo non c’è più: il nostro cerimoniere ufficiale, Werter Paesini.

Se fosse ancora con noi, oggi lo troveremmo qui al nostro fianco con la bandiera delle associazioni combattentistiche che per tanti anni ha rappresentato, perché lui c’era sempre.

Forse qualcuno di voi ha ascoltato la sua storia, che in qualche occasione ha raccontato nelle scuole. Ma non parlava volentieri degli anni della guerra, che per lui – come per molti – erano stati terribili.

Quello che ci rimane di Werter, oltre a un bellissimo ricordo e alle opere che ha lasciato per la città, è un esempio di impegno che tutti noi possiamo seguire, portandolo avanti anche in sua memoria.

Un impegno che può prendere tante direzioni, dalla battaglia per i diritti delle donne a quella per la libertà di chi viene ingiustamente imprigionato, tanto per rimanere sui temi citati oggi.

L’importante è che questo impegno sia disinteressato e orientato al bene comune, come ci hanno insegnato con l’esempio delle loro vite Alba Mini e Werter Paesini.

In loro ricordo vi chiedo un applauso.

Grazie.

Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:30

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