Descrizione
Sabato scorso (11 dicembre) la sindaca Alice Parma, la vice Pamela Fussi e l’assessore Zangoli hanno visitato il carcere di Opera, in Provincia di Milano, per ricevere in dono un presepe creato dai detenuti con il legno delle imbarcazioni affondate nei pressi di Lampedusa, nell’ambito del laboratorio condotto dal falegname Francesco Tuccio con il sostegno della fondazione “Casa dello spirito e delle arti”.
Accompagnati dal presidente della fondazione, Arnoldo Mosca Mondadori, gli amministratori hanno visitato il laboratorio di liuteria – rilanciato nel 2013 con il sostegno dalla Regione Lombardia – dove i detenuti creano violini pregiati sotto la guida del maestro liutaio Enrico Allorto dell’Istituto Stradivari di Cremona. A partire da quest’anno, il laboratorio ha ampliato la propria attività con la creazione dei presepi, il primo dei quali è stato donato nelle scorse settimane a Papa Francesco.
“Accanto alla liuteria nasce la falegnameria sotto la guida di Francesco Tuccio, il falegname che ha realizzato la Croce di Lampedusa con i legni dei barconi affondati” si legge sul sito della fondazione. “Un’unione ideale tra persone migranti e persone detenute che insieme costruiscono un segno di speranza e di rinascita non solo per i credenti ma per tutti. Dal carcere dunque escono messaggi di ripresa e di speranza in un tempo così difficile come quello della pandemia che ha costretto all’isolamento e alla chiusura”.
Nel ricevere in dono il presepe, l’Amministrazione comunale ha voluto contraccambiare con una piccola donazione per sostenere l’attività della fondazione “Casa dello spirito e delle arti”. Il presepe, nel frattempo, è visibile al pubblico presso il Municipio.
“Incontrare i detenuti, conoscere le loro storie, vedere l’impegno con il quale si cimentano nel laboratorio di liuteria e creazione dei presepi è stato per noi un momento davvero emozionante” dichiarano Parma, Fussi e Zangoli. “Il nostro plauso va al carcere di Opera e alla fondazione ‘Casa dello spirito e delle arti’, protagoniste di un’iniziativa dal profondo valore etico in grado di dare piena concretezza al concetto di funzione rieducativa della pena. Abbiamo voluto portare a Santarcangelo una testimonianza di questa straordinaria esperienza – concludono – perché è in grado di far riflettere sia sulla tragedia delle migrazioni sia sulla necessità che la detenzione abbia sempre più una finalità riabilitativa”.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:30