Descrizione
Siamo arrivati alla consegna dell’Arcangelo d’oro.
Ma, prima, consentitemi di prendervi qualche minuto per mio decimo discorso di fine anno.
Non è stato facile scegliere le parole per questa giornata, che come potete immaginare mi emoziona molto.
Dopo dieci anni con la fascia tricolore, tra impegno, difficoltà e per fortuna anche soddisfazioni, ho ripercorso con la mente i miei due mandati per trovare una chiave di lettura che potesse restituire il senso della strada fatta fin qui.
E nel farlo mi sono soffermata su una considerazione semplice ma a mio avviso fondamentale.
Quasi tutte le persone presenti in questa stanza sono santarcangiolesi, al pari delle oltre 22mila che abitano la nostra città.
Tutti noi conosciamo Santarcangelo, vogliamo bene alla nostra città e ci impegniamo quotidianamente per farla brillare.
Cosa contraddistingue dunque un sindaco da un comune cittadino, oltre all’ovvia responsabilità dell’amministrazione?
Ve lo dico io: la possibilità, o se volete il privilegio, di osservare dall’interno quel meccanismo straordinario che fa muovere Santarcangelo, di conoscere ovviamente non tutto, ma tanto di quello che rende la nostra città una comunità di cui tutti siamo profondamente fieri.
È come entrare nella stanza degli ingranaggi di una grande torre dell’orologio, e capire un po’ per volta come funziona.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, si scoprono nuovi ingranaggi, magari piccoli, ma fondamentali nel mandare avanti le lancette e nel far scoccare l’ora quando è il momento.
Perché proprio questo è uno dei segreti di Santarcangelo: che sa farsi trovare pronta quando è necessario.
Sa inventarsi un Festival del Teatro e un Museo etnografico negli anni ’70, eredità che ancora oggi possiamo apprezzare.
Sa ascoltare i preziosi consigli di Tonino Guerra quando, negli anni ’80, parlava di ritorno alla lentezza in clamoroso contrasto con quell’epoca storica e in grande anticipo sui tempi.
Sa fare quadrato nelle difficoltà che colpiscono la sua comunità, dai crolli degli anni ’90 alla crisi economica degli anni duemila, dal Covid all’alluvione a tutto quello che vi viene in mente.
Circostanze drammatiche alle quali si sommano le guerre di oggi, le cui tragiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti noi, spingendoci a riaffermare insieme a Gianni Rodari che “ci sono cose da non fare mai, come la guerra”.
In tutti questi passaggi fondamentali, la nostra città rivela la sua natura.
Santarcangelo è inventiva e concreta, scanzonata e solidale, anarchica e razionale, fatta di luoghi unici e persone speciali, di momenti memorabili e di piccoli riti della vita quotidiana.
Santarcangelo è il suo centro storico, la maestà semplice della Pieve e quella massiccia della Rocca, il Campanone che sfiora il cielo e le Contrade acciottolate, dove la sera i passi risuonano nel silenzio.
Santarcangelo è le sue frazioni, tredici piccole grandi comunità che non sono isole disperse nell’oceano, ma un arcipelago all’interno di un mare dove ciascuna contribuisce, con le sue peculiarità, a dare forma all’insieme.
Santarcangelo è la sua vocazione per il buon vivere, il buon cibo e il buon vino, le distanze brevi, l’ospitalità delle persone, gli eventi che sono praticamente più dei giorni dell’anno.
Santarcangelo è la sua tradizione culturale, il dialetto delle nostre radici e il Festival costantemente proiettato verso il futuro, i suoi poeti e pittori, i suoi istituti culturali sempre partecipati, vissuti, amati dalla gente.
Santarcangelo è la sua anima solidale, l’attivismo di associazioni e semplici gruppi di persone che si danno da fare, una mano tesa nel momento in cui hai bisogno d’aiuto.
Santarcangelo è il suo commercio fiorente, le botteghe storiche e le imprese innovative, un mosaico di idee che sono partite da qui e hanno fatto il giro del mondo, per poi tornare e restituire qualcosa alla comunità.
Santarcangelo è la sua gente, che anche se vive altrove rimane qui con il cuore, oppure arriva da fuori, si innamora della nostra città e sceglie di rimanere.
Santarcangelo è la generosità con cui aiutiamo gli altri, le persone colpite dal terremoto, dall’alluvione o dalla guerra, oppure di chi – come Renato Siroli – sceglie di donare alla collettività una parte significativa del proprio patrimonio.
Santarcangelo è Rino Molari, Pasquale Paglierani, Marino Della Pasqua, Antonio Scarpellini. È Serino Baldazzi, Livio Bonanni, Libero Darolt, Fafìn, Virgilio Franceschi, Gianni Fucci, Alfonso e Guerrino Giorgetti. È Alba Mini, Werter Paesini, Ida Semprini. È Dora Tassinari, Palma Gattei, Ida e Nera Neri, Cornelio Balducci, Nanda Serafini, Dervis Zanotti, Achille Franchini. È Nino, Lucio e Vincenzo Stargiotti. Santarcangelo è antifascista.
Santarcangelo è la Filodrammatica “Lele Marini”, una compagnia che da vent’anni racconta i personaggi e la storia della nostra città.
Santarcangelo è una casa museo, quella di Giulio Turci, un luogo straordinario e autentico, in grado di collegare memoria e capacità di immaginare il futuro.
Santarcangelo sono “i paletti”, dove si decide l’argomento del giorno, quello che da sindaca non puoi non affrontare.
Santarcangelo sono i “capperi” del tamburello di cui sembra quasi impossibile fare a meno, che con le loro radici rompono la mura dello Sferisterio obbligandoti a prendertene cura.
Santarcangelo è chi vive qui da sempre, ma anche chi ha dovuto lasciare la sua casa e a Santarcangelo ne ha trovata una nuova.
Santarcangelo è il baskin, un modo per giocare insieme e imparare a riconoscerci anche nelle nostre difficoltà.
Santarcangelo è Mattia Sberlati, è quella capacità straordinaria di essere speciali e dire alla propria gente: ci sono anche io con voi!
Santarcangelo è i suoi rappresentati, il suo Consiglio comunale, al quale dico grazie perché la democrazia è il bene più importante che abbiamo.
Santarcangelo sono Pamela, Filippo, Angela, Emanuele e Danilo, senza i quali non sarei mai riuscita a fare nulla in questi anni così difficili.
Santarcangelo è la Buzzi Unicem, una storia complicata, a tratti triste, ma che oggi vede aprirsi concretamente una strada per acquisire al patrimonio pubblico l’intera area, per poi cominciare a sognare insieme.
Santarcangelo è il suo coraggio, presente ieri, oggi e domani, che invece di fermarsi continua a sognare.
Santarcangelo infine è le sue Fiere, momenti in cui ci ritroviamo in piazza, sotto le corna, di fronte a una piada salsiccia e cipolla o a un calice di cagnina, dove riscopriamo le nostre tradizioni grazie all’impegno di chi le sa valorizzare.
Santarcangelo è San Martino: e su questo non c’è dubbio!
E qui arriviamo al nostro Arcangelo d’Oro. Come ho detto al momento dell’annuncio, la scelta di Remo Vigorelli rappresenta il riconoscimento di un impegno in favore di Santarcangelo che abbraccia diverse attività culturali nel senso più ampio di questo termine.
Remo infatti si è prima inventato e poi ha portato avanti per quasi quarant’anni un mestiere precedentemente sconosciuto a Santarcangelo, ovvero quello di organizzatore di grandi eventi, ma sempre con un’attenzione e una sensibilità non comuni per gli aspetti culturali delle manifestazioni.
Lo dimostrano le numerose innovazioni apportate negli anni al format delle Fiere, dedicate soprattutto al recupero delle tradizioni, che da Santarcangelo hanno conosciuto un successo poi esportato in altre città.
Ma la vicenda santarcangiolese di Remo Vigorelli comincia nel 1977, quando arriva in città da Treviglio, nel bergamasco, con il gruppo Teatro di Ventura, per partecipare al Festival del Teatro in qualità di attore.
Il gruppo fa parte del terzo teatro, un teatro di ricerca che a Santarcangelo a partire dall’edizione del 1978 – con la direzione di Roberto Bacci – conosce un successo e una partecipazione di pubblico straordinari.
Del gruppo teatrale fanno parte, oltre a Vigorelli, Silvio Castiglioni, Graziella Possenti, Lucia Sardo, Francesca Croce e Ferruccio Merisi, che nel 1982 assumerà la direzione del Festival.
Negli anni successivi, il Consorzio Festival affida al Teatro di Ventura le attività e l’organizzazione dell’Istituto di Cultura Teatrale, struttura che ha l’obiettivo di dare vita a un’attività permanente in grado di assicurare una programmazione teatrale durante tutto l’anno, con attività nelle scuole, ecc.
Terminata questa esperienza il gruppo si scioglie, ma una parte dei componenti resta a Santarcangelo, compreso Vigorelli, che negli anni a seguire si occupa di diverse attività anche a supporto di iniziative commerciali di vario genere, fino ad arrivare all’organizzazione delle Fiere.
Da ottimo cuoco, Remo è anche uno dei primi a riconoscere il valore e le qualità della cipolla dell’acqua: proprio ispirandosi al prodotto tipico santarcangiolese, nel 1987 in collaborazione con gli esercenti dà vita all’associazione La Cipolla d’Oro, una delle prime esperienze del settore.
Nel frattempo, anno dopo anno, Remo diventa il riferimento di una struttura professionale che da Santarcangelo finisce per occuparsi di fiere ed eventi in diverse città e occupare alcuni addetti: un’idea di tanti anni fa, che oggi chiameremmo start up.
Remo si è inventato un mestiere che prima non c’era!
Oltre a gestire le Fiere tradizionali di Santarcangelo dal 1988, la società dà vita alla mostra mercato La Casa del Tempo, espressamente voluto da Vigorelli per animare le domeniche invernali del nostro centro commerciale naturale.
Per le Fiere, negli anni viene sviluppato un progetto fatto di settori specializzati come La Casa dell’Autunno, e di Punti Ristoro che riprendono la tradizione delle antiche osterie che si aprivano per le Fiere, mentre la strategia di promozione fa conoscere soprattutto San Martino a livello regionale e oltre.
L’attenzione di Remo per gli aspetti culturali delle fiere va rimarcata: oltre agli elementi più tradizionali dobbiamo a lui la Sagra Nazionale dei Cantastorie e la rassegna Cibo come cultura, oltre a una serie infinita di eventi che hanno permesso di caratterizzare le Fiere d’Autunno santarcangiolesi.
Oltre a essere un ottimo organizzatore, negli anni Remo ha messo a disposizione della città le sue qualità attoriali, distinguendosi per le numerosissime collaborazioni prestate alla biblioteca Baldini e a favore delle tante associazioni culturali di Santarcangelo, attraverso letture sceniche, interpretazione di testi e piccoli spettacoli.
Per l’intuizione di aver inventato un mestiere praticato per quasi quarant’anni e per la sua dedizione alla città, che ho appena ripercorso, oggi ringraziamo simbolicamente Remo con il conferimento dell’Arcangelo d’Oro.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:40