Descrizione
Buonasera a tutte e a tutti e grazie perché, con la programmazione dell’Ufficio di Presidenza e questo Consiglio Comunale Straordinario, avremo la possibilità di discutere in questa sede di un tema che credo stia a cuore a tutti i cittadini santarcangiolesi e a tutti i loro rappresentanti democraticamente eletti. Un momento di confronto che avevamo già annunciato e che auspico possa svolgersi all’insegna della correttezza e della concretezza.
Oggi abbiamo un’opportunità importante, pur nella consapevolezza, che spero ognuno di noi abbia in questa sala, di quanto sia un dibattito complesso, generale e articolato quello che andiamo ad aprire senza averne una diretta competenza. Per due ordini di ragioni: non penso che in tanti qui in sala possano infatti dichiarare una competenza di carattere professionale rispetto a una disciplina e a un tema come la sicurezza per cui esistono studi e applicazioni scientifiche, tanto quanto nelle altre materie amministrative. Manca inoltre una competenza di carattere istituzionale per l’assenza degli interlocutori deputati per legge dello Stato alla programmazione e gestione della pubblica sicurezza. Mi riferisco ai rappresentanti della Prefettura, della Questura, del comando dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Ci tengo a specificarlo, perché non si dia per sottinteso che non siano stati invitati o non siano presenti per ragioni di contingenza o per impegni precedenti. Semplicemente, il Consiglio comunale non è il luogo deputato alla discussione, né teorica, né operativa su larga scala, del grande mondo della sicurezza.
L’organismo istituzionalmente deputato alla discussione si chiama “Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica” (Cosp), che viene convocato e presieduto dal prefetto e coordina le politiche per la sicurezza territoriali con specifiche competenze. È il Cosp ad accogliere e relazionarsi con le amministrazioni locali, a dialogare, ascoltare e accogliere proposte dai territori: per poi esercitare le proprie competenze in autonomia.
E proprio in questo consesso, come accaduto altre volte e accade ciclicamente per i vari comuni della provincia, giovedì 20 novembre si è trattata in maniera più dettagliata la serie di episodi criminosi, furti e tentati furti, che aveva colpito Santarcangelo nei giorni precedenti. Nell’interlocuzione costante che abbiamo con i rappresentati dello Stato, lo avevamo sollecitato noi stessi all’indomani di quel week end in cui era stato preso di mira il nostro centro commerciale naturale e siamo stati convocati immediatamente, segno che l’attenzione dell’organismo provinciale di sicurezza è alta e si attiva immediatamente laddove se ne ravvisi un bisogno concreto.
Una condizione che è da monitorare, ne siamo consci e lo facciamo quotidianamente, ma che per i dati poi riportati anche proprio in quel Cosp non si traduce secondo i vertici delle forze dell’ordine in una grossa criticità o in una “emergenza” sicurezza a Santarcangelo.
Ringrazio per questo approfondimento il prefetto di Rimini, la dottoressa Giuseppina Cassone, da sempre attenta e vicina alla nostra comunità e figura che non ha mai considerato secondari fatti più o meno gravi accaduti nella nostra città. In quello che è il terzo comune per abitanti della provincia e il primo tra quelli non costieri.
Dico questo perché, a parità di risorse destinate, dobbiamo comprendere che pur non avendo l’incidenza di reati della costa romagnola e della provincia, noi in questa provincia ci abitiamo. Siamo a otto km da Rimini, che, anche per l’errato conteggio dei residenti reali, risulta fra le città con il maggior numero di reati in Italia. Siamo sulla via Emilia e tra due vallate, quella dell’Uso e del Marecchia. In una provincia che avrebbe bisogno di rinforzi che periodicamente vengono chiesti e che non arrivano mai, un territorio anomalo che dovrebbe invece essere rafforzato proprio per la sua stessa natura flessibile, visti i picchi di presenze estive rispetto allo standard abitativo degli altri mesi dell’anno.
Pensare di vivere isolati dagli effetti di queste dinamiche generali è quindi pura fantascienza e lo ribadisco per evidenziare come questa discussione, pur più che legittima, rischia di tradursi in un guardare solo al proprio orticello mentre la regia delle attività necessarie è altrove.
Ci sono però dei punti fermi. È importante intanto sapere che le forze dell’ordine sono mobilitate anche per controllare il territorio santarcangiolese e ce lo ribadiscono gli oltre 200 controlli delle ultime settimane svolti dai carabinieri o le indagini in corso grazie alle immagini fornite dalle attività prese di mira nella notte del 16 novembre che ci auguriamo e confidiamo abbiamo sviluppi positivi al più presto.
E’ importante inoltre aver potuto ascoltare il punto di vista di Daniele Del Fabbro, da circa un anno comandante della Polizia Locale dei comuni di Santarcangelo Verucchio e Poggio Torriana: una professionalità che sta aiutando a organizzare al meglio il personale per poter svolgere in modo sempre più efficace l’infinita gamma di attività che i nostri agenti sono chiamati a gestire, per lo più di natura burocratica e amministrativa. Magari può risultare più facile banalizzare e associarli al mero pattugliamento, ma la Polizia Locale ha anche e soprattutto tante funzioni amministrative, mentre non rientrano fra i suoi compiti, anche qui in base alle leggi dello Stato, quelli di pubblica sicurezza.
In questa nostra discussione ci terrei però anche a portare un mio contributo personale, figlio dei diversi anni di esperienza maturati nell’Amministrazione comunale.
Perché, e di quello che dico sono stato diretto testimone all’assemblea nazionale Anci di Bologna di qualche settimana fa, in Italia non c’è un sindaco, uno soltanto, che non provi amarezza e dispiacere sui problemi della sicurezza. Come ho cercato di spiegare prima, pur avendo la responsabilità del nostro territorio e delle nostre comunità, noi siamo qui a dover gestire una questione trasversale e complessa in grado di compromettere la serenità delle persone senza tutte le informazioni disponibili, con pochissime competenze se non quelle di relazione e sollecitazione, senza risorse e senza strumenti. Ecco perché la sicurezza diventa poi preda facilmente di un uso strumentale per finalità politiche.
Di fronte a una condizione praticamente disarmata, risulta molto facile attaccare e accendere polemiche. Sempre e a prescindere. Questo succede infatti in tutte le città, sia che siano guidate da sindaci di centro sinistra che di centro destra. Questo terreno di scontro politico riguarda tutti e bisogna essere proprio in malafede per pensare che esista anche un solo sindaco in Italia che non abbia a cuore la sicurezza del proprio paese, che non si curi del voler far vivere tranquille le persone, le famiglie, gli anziani, i bambini. Tutte le teorie socio-economiche ribadiscono che la sicurezza è un bisogno primario per le persone e, credetemi, non può esistere alcun amministratore pubblico disposto a soprassedere sul tema. Nessuno che se ne frega, nessun che non vuole vedere come stanno le cose. Esistono solo livelli di competenze diverse e non tutti svolgono adeguatamente i propri compiti. E se proprio lo devo dire, anche questo governo non è da meno. Anzi. Il Governo più di destra della storia recente non ha fatto niente di diverso rispetto a chi l’ha preceduto e riceveva le sue accuse: non ha investito in questa direzione, non ha modificato le leggi per garantire una maggiore autonomia territoriale, non ha assunto nuovi agenti, né semplificato i centomila ostacoli burocratici.
DAL GOVERNO TAGLI E 3.000 EURO A COMUNE PER LE TELECAMERE
Lo dicono i numeri, quelli ufficiali, che cito raccogliendoli dal Corriere della Sera: tra il 2023 e il 2024, bilanci alla mano, il buco organico in Polizia è cresciuto da 10.271 a 11.340 agenti. Vuol dire che mancano sempre più forze di Polizia sui territori. Nel 2026 si prevedono 4.500 nuove assunzioni contro 6 mila agenti che andranno in pensione. Attualmente mancano, a fronte del fabbisogno stabilito, 12mila carabinieri e 5.905 finanzieri
Andiamo avanti? I Comuni nel triennio 2023-2025 hanno speso per i minori stranieri non accompagnati 200 milioni di euro, ma finora il Ministero dell’Interno ha restituito solo 70 milioni di euro con evidenti ricadute sul bilancio e di conseguenza sulla collettività. Su tutti noi.
Ai Comuni sono stati tagliati 2 miliardi di euro di trasferimenti e dal Fondo nazionale Sicurezza sono stati distribuiti 25 milioni di euro per tutti gli 8mila Comuni e passa d’Italia per l’installazione di telecamere e per provvedere all’illuminazione delle zone più buie.
FA CIRCA 3.000 EURO A COMUNE, eccolo l’aiuto del Governo alla videosorveglianza!!!
Con questo non voglio dire che il destinatario della richiesta di questo Consiglio comunale straordinario sulla sicurezza doveva essere il ministro Matteo Piantedosi, perché noi non ci sottraiamo alle nostre responsabilità e da oltre un anno siamo al lavoro per una nuova caserma e a una serie di azioni che si stanno concretizzando o sono già partite.
UN PO’ DI NUMERI TERRIBILI
Tornando a noi, se chi ha una competenza diretta in materia non si adopera, qualcuno mi dica come può farlo chi quella competenza non ce l’ha. Pensate se a ogni segnalazione per l’erba alta lungo le strade io rispondessi che è colpa di Giorgia Meloni che non ha disposto il taglio per tempo.
Il problema qui non è destra o sinistra, la sicurezza non ha colore politico. È necessario piuttosto un nuovo patto istituzionale per suddividere compiti e responsabilità, oneri e onori. Senza lasciare soli coloro che il territorio lo amministrano tutti i giorni e non una volta ogni tanto.
A tal proposito, ci sono altri numeri, alcune statistiche che mi hanno fatto rifletter ulteriormente. L’italia è tra i Paesi al mondo con il numero più basso di omicidi: nel 2024 sono state uccise 327 persone. Il 30% (106), sono stati però femminicidi e in quella statistica purtroppo c’è anche Santarcangelo, dove siamo ancora tutti scossi per l’uccisione di Lorena Vezzosi. Dopo quel caso così estremo ci siamo però mai chiesti quanto sia il tasso di violenza che si perpetra dentro le nostre case? È alto, e sapete perché mi sento di dirlo? Perché mi confronto costantemente con il Centro anti violenza di Rompi il Silenzio, che registra numerosi accessi al mese. Questa insicurezza qui si avverte secondo me troppo poco, è quasi “riservata”, passatemi il termine. Ma c’è. E gli autori sono quasi sempre persone vicine alla vittima, coniugi, conviventi o ex compagni.
Parlarne, affrontare questo terribile fenomeno, è per noi una priorità, perché una comunità felice e che vive di valori alti come la nostra deve tenere in sicurezza le persone dentro e fuori casa. Cerchiamo di tenere viva l’attenzione con azioni di educazione al rispetto nelle scuole e con iniziative di diverso genere sul territorio, ma questo lavoro non basta mai e ha bisogno del contributo di tutti. Tutti. In famiglia, nelle associazioni, nello sport.
Un altro dato a mio parere terribile estratto dalla recente ricerca “Univ Censis 2025” ci dice che il 67,3% delle donne intervistate dichiara di avere paura di tornare a casa, che l’81,8% ritiene che negli ultimi anni è diventato più pericoloso girare per strada e che il 18,8% non esce proprio più di casa per paura possa accadergli qualcosa. Vi sembra possibile? Non possiamo accettare queste cose, né nella nostra città né al di fuori, fingere che non sia un’emergenza. Questi dati sono terribili quasi quanto i reati che non sempre purtroppo si traducono in denunce: c’è una forma di diffidenza diffusa su cui dovremo compiere un grande lavoro di presidio sociale.
Penso infatti che Santarcangelo potrà considerarsi un paese “giusto” se e quando potranno sentirsi di girare tranquillamente per strada prima di tutto gli anziani, le donne, i bambini, gli adolescenti. E a tal proposito apro una parentesi su quanto successo pochi giorni fa a San Mauro Pascoli, una violenza terribile ai danni di una donna su una ciclabile per la quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla vittima e alla comunità a pochi chilometri da noi.
Un punto vorrei metterlo poi sulla necessità di garantire un lavoro di filiera più robusto sull’emergenza sociale che la violenza di genere, domestica e familiare rappresenta, aiutando di più le forze dell’ordine e adoperandoci per poter contare su una giustizia davvero giusta.
Perché davvero non se ne può più di sentirci ripetere “ma tanto non gli faranno niente”, “appena portato in carcere è già fuori” “tanto ci vuole troppo tempo e non si può fare di più”. Non vogliamo più scuse, ma pene certe. Serve un fronte di tutela di una fascia di popolazione che ci deve stare molto a cuore.
Tornando ai reati contro il patrimonio, vediamo che negli ultimi anni ci sono dati nazionali nel complesso stabili. Ma se andiamo a sezionarli più nel dettaglio, si può notare ad esempio che i furti in appartamenti sono aumentati del 5,4% nel 2024 rispetto al 2023 e rappresentano il 44% del totale dei reati denunciati. Questo significa che siamo di fronte a un’emergenza nazionale. A un problema collettivo e diffuso.
Si può pensare di risolverlo con una risposta di tenore comunale? No, non si può. Sia che il comune in oggetto sia piccolo o grande, si trovi in una Unione, una provincia o una regione qualsiasi in Italia. Il ragionamento è lo stesso di prima, serve una risposta del governo. Serve che faccia qualcosa chi può fare qualcosa.
Con queste premesse non sto come già detto cercando di scaricare responsabilità. Tutt’altro. Noi siamo qui, tutti i giorni. Non possiamo girarci dall’altra parte, non possiamo non soffrire ogni volta che sappiamo che qualche delinquente ha cercato di infilarsi in casa di qualcuno di noi. Di un santarcangiolese, di una persona che ha lavorato tutto il giorno per portare a casa il pane e si vede sottrarre qualcosa per cui ha da sempre faticato. Fosse solo la serenità del vivere bene in casa propria.
Io sto male quando so che qualcuno ha dovuto far fronte a questi fatti nella sua solitudine, con lo scoramento, la paura, la rabbia che lo pervade. Lo vivo ogni volta come se fosse successo a me, perché lo ritengo un colpo a tutta la nostra comunità.
PACCHETTO SICUREZZA E NUOVA CASERMA
Per questo, noi abbiamo preso l’impegno di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per migliorare la sicurezza cittadina, in maniera trasversale.
Per riuscirvi stiamo lavorando su due fronti: il primo è quello dell’educazione e della cultura del rispetto. Lavoriamo con le scuole e le associazioni per migliorare i processi di integrazione. Tutti. Fra generazioni, fra nazionalità, fra vicini di casa che ormai quasi non si conoscono e non si parlano più. Dai progetti come “Diritti a tavola” al grande lavoro fatto sul fronte delle pari opportunità, della legalità e della pace, questa amministrazione è impegnata su ogni fronte per alimentare una consapevolezza collettiva che ci renda prima di tutto cittadini migliori. Perché ci sia attaccamento alla propria città, rispetto dell’altro e dell’ambiente in cui si vive. Pensate al vasto tema del contrasto al degrado urbano e al vandalismo. Della necessità di accendere punti luce e disincentivare cattivi comportamenti che danneggiano l’ambito urbano.
Pensate all’esempio positivo che ha portato l’arrivo dello skatepark al Parco Francolini, con tanti ragazzi che vengono a Santarcangelo per utilizzare l’impianto e hanno chiesto appunto di illuminarlo per usarlo tutto il giorno. Da un lato per poterne godere liberamente, dall’altro per poter garantire a se stessi e ai fruitori del parco maggiore sicurezza. E da quando quei fari sono accesi anche di sera, la sensazione di sicurezza risulta già migliorata. Questo dialogo con le nuove generazioni, dal mio punto di vista è la scommessa più forte per garantire una città più solida, più forte e più pronta. Perché non succedano più fatti come quello della corda tesa in mezzo a una strada da ragazzini che hanno rischiato di veder trasformata quella che ritenevano una “bravata” in una tragedia. Ragazzi per fortuna individuati e consegnati ai propri percorsi riabilitativi. Le baby gang a Santarcangelo devo dirlo, sono i nostri figli. Non possiamo consegnare ad altri il compito di far fronte a quei comportamenti.
Per concludere, invece, il secondo fronte su cui stiamo lavorando, è un pacchetto di misure dedicate a sostenere strumenti utili allo sviluppo della sicurezza cittadina
Con la Prefettura e la Questura, che sono gli Uffici di riferimento del Governo sul territorio, teniamo come detto un’interlocuzione costante, quasi quotidiana. Rappresentiamo la nostra situazione, ci confrontiamo sulle criticità, chiediamo attenzione per quello che è il terzo Comune della provincia di Rimini. È da questo confronto che è nata la convocazione al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di giovedì 20 novembre, con un’integrazione dell’ordine del giorno per fare il punto in maniera collegiale sulla situazione di Santarcangelo e predisporre ulteriori azioni condivise, che si sono tradotte in un immediato intensificarsi dei pattugliamenti.
Per quanto di nostra competenza, stanno prendendo forma una serie di implementazioni su cui siamo al lavoro da mesi, sia relative al corpo della Polizia Locale che delle dotazioni tecnologiche in città.
Già da qualche settimana sono raddoppiati i servizi serali della Polizia Locale e il turno che va dalle 19 all’una di notte si estende anche fino alle 2.
Dal 1° gennaio 2026, inoltre, prenderanno servizio due figure, di cui una di profilo amministrativo, che consentiranno di riportare a pieno organico la dotazione della Polizia Locale, con un totale di 27 unità compreso il comandante Daniele Del Fabbro.
Grazie alla collaborazione della società Record sarà inoltre implementata la dotazione del sistema di videosorveglianza con altre 25 telecamere nel nostro centro commerciale naturale, cinque quadruple a 360 gradi e 5 brandeggianti: abbiamo già effettuato i sopralluoghi insieme ai tecnici dell’attività per individuare i punti più strategici e si conta di arrivare alla fornitura e all’installazione in 6-8 settimane.
Queste andranno ad aggiungersi alle 18 telecamere di videosorveglianza di cui 4 “targa System”, installate nel 2020 e alle altre 17 telecamere a circuito chiuso installate in altri luoghi pubblici non collegate alla centrale operativa. Tra le misure per il potenziamento della sicurezza su cui siamo al lavoro c’è anche un ulteriore ampliamento del sistema di videosorveglianza con altre telecamere, a copertura soprattutto del capoluogo, ma anche delle frazioni, comprese sei “targa system” da installare sui principali assi viari della città.
Dai primi giorni di mandato ci siamo messi infine al lavoro per dotare i Carabinieri di una nuova caserma in sostituzione di quella di Viale Mazzini. Abbiamo fatto una ricognizione dei vari spazi pubblici e privati, incontrato imprenditori e costruttori e individuata la soluzione all’ex scuola elementare di San Michele, che ha tutti i requisiti richiesti e il vantaggio di accelerare i tempi di realizzazione rispetto a un’acquisizione per una realizzazione ex novo: si è quindi attivata un’interlocuzione con i vertici dell’Arma, si sono tenuti incontri in Prefettura e insieme ai referenti del Comando Provinciale dei Carabinieri e della nostra Stazione abbiamo compiuto i relativi sopralluoghi congiunti già prima dell’estate.
I Servizi Tecnici hanno quindi raccolto le indicazioni e sollecitazioni degli stessi Carabinieri e hanno predisposto uno schema di progetto di adeguamento e sistemazione degli spazi interni ed esterni ora al vaglio dei vertici regionali e quindi nazionali dell’Arma per i necessari via libera.
Con l’assestamento di bilancio, abbiamo appena approvato una variazione al Piano del Lavori Pubblici per un investimento da 1,5 milioni di euro per la riqualificazione e trasformazione dello stesso edificio comunale nella nuova Caserma.
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Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2025, 13:44