Gianni Fucci, il ricordo del sindaco Parma: “Ci ha trasmesso l’amore per la poesia e i valori di libertà e giustizia”

Venerdì 15 e sabato 16 febbraio la camera ardente nella sala del Consiglio comunale

Data :

15 febbraio 2019

Municipium

Descrizione

“Gianni ci ha fatto conoscere quello che non abbiamo vissuto direttamente: la straordinaria avventura del Circolo del Giudizio, la lotta partigiana per la liberazione e la sua grande generosità e disponibilità nel trasmettere l’amore per la poesia dialettale”, afferma il sindaco Alice Parma. “Lo ricordiamo con i suoi amici di allora: Tonino Guerra, Lello Baldini, Nino Pedretti, Rina Macrelli, Flavio Nicolini, Federico Moroni e Giulio Turci. Ma lo ricordiamo anche nelle tante occasioni in cui è stato al fianco dell’Amministrazione comunale per trasmettere i valori della libertà, della giustizia e della democrazia agli studenti e alle giovani generazioni”.

“Poeta e critico letterario, è stato punto di riferimento per la cultura santarcangiolese anche a livello nazionale, tanto da ricevere la carica di sindaco ad honorem della Città della Poesia durante l’edizione 2017 di Cantiere poetico. Ma Gianni è stato anche punto di riferimento nella battaglia partigiana, sia per la partecipazione attiva, sia per le preziose testimonianze che ci ha lasciato, fra cui spiccano per importanza quelle legate alla notte delle bandierine rosse”.

Nel 2015 ha donato il suo archivio di scrittore e studioso del dialetto romagnolo alla biblioteca Baldini di Santarcangelo, che in occasione della sua scomparsa ha organizzato un percorso di lettura dedicato alla sua ampia produzione poetica.

La camera ardente, allestita nella sala del Consiglio comunale “Maria Cristina Garattoni” rimarrà aperta venerdì 15 (dalle 14 alle 18) e sabato 16 febbraio (dalle 10 alle 14). Al termine, l’intervento del sindaco Alice Parma a ricordo di Gianni Fucci.

Gianni Fucci – Nato il 3 ottobre del 1928 a Montbeliard (Francia), viveva a Santarcangelo fin dall’infanzia. A Santarcangelo ha dedicato alcuni lavori sia di carattere critico-letterario, sia di carattere storico: si segnala in particolare “La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo ed antifascismo 1919-1943”, scritto con l’amico Serino Baldazzi, pubblicato nel 1994 e rieditato nel 2017 dall’Anpi di Santarcangelo. Giovanissimo, assieme agli amici Tonino Guerra, Nino Pedretti, Flavio Nicolini, Rina Macrelli, Raffaello Baldini, Federico Moroni e Giulio Turci, fece parte di quel sodalizio che fu ribattezzato ironicamente “E’ cìrcal de giudéizi”. È stato probabilmente il primo ad analizzare questo fenomeno artistico, consacrandone il nome con l’intervento “E' cìrcal de giudéizi (un ricordo di Nino Pedretti)”, apparso in “Il lettore di provincia” di aprile-maggio 1987. Si è occupato anche di cinema collaborando con Elio Petri e Flavio Nicolini, ma è soprattutto come poeta che si è imposto all’attenzione della critica letteraria nazionale. Avvicinatosi alla poesia dialettale intorno alla metà degli anni settanta, Fucci pubblica le sue prime sei raccolte in romagnolo: “La morta e e’ cazadòur” (1981), “Elbar dla memoria” (1989), “La baleda de vènt” (1996), “E’ bastimènt” (1996), “Témp e tempèsti” (2003), “Vent e bandiri” (2005), mentre è del 2002 la plaquette “Nadel. Sonetti d’auguri”. È presente in numerose antologie, tra cui “La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento” a cura di Franco Brevini (Einaudi, 1999), “Il pensiero dominante. Poesia Italiana 1970-2000” a cura di Franco Loi e davide Rondoni (Garzanti, 2001), “Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del novecento” (Pazzini, 2006). L’opera di Fucci è stata a sua volta raccolta in due antologie: “Antologia privata: poesie in dialetto romagnolo 1981-2003” (Pazzini, 2006) e “Da un chev a l'elt: antologia delle opere poetiche (1981-2010)” a cura di Gianfranco Lauretano (Il ponte vecchio, 2010). È invece del 2011 il poema “Rumanz. Un’epica famigliare in dialetto santarcangiolese” (Il Vicolo), mentre nel 2013 esce per l’editore Pazzini “Nadêl 2: sonetti d'auguri (2002-2013)”. Seguono le raccolte poetiche “Fugh e fiàmbi (Magara la coulpa l'è enca la nosta): poesie in dialetto santarcangiolese” (Pazzini, 2014), “Sigilli del tempo. Poesie in lingua” (Raffaelli, 2015), “Lêgrimi ad luce” (Il Vicolo, 2016), “L'antico viandante. Poesie” (Pazzini, 2017), “Il mio cuore ascolta: poesie” (Il vicolo, 2018) presentato in anteprima in occasione delle celebrazioni del sui 90 anni. Nel 2015 Gianni Fucci ha donato alla biblioteca Baldini di Santarcangelo il suo archivio di scrittore e studioso del dialetto romagnolo.

È inoltre compreso in svariate antologie e saggi critici tra cui: Cento anni di poesia dialettale romagnola, a cura di G. Bellosi e G. Quondamatteo, Imola, Galeati, 1976; Le parole di legno. Poesia in dialetto del ‘900 italiano, a cura di G. Chiesa e M. Tesio, Milano, Mondadori, 1984; Poeti dialettali del Novecento, a cura di F. Brevini, Torino, Einaudi, 1987; Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990; Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi, a cura di G. Spagnoletti e C. Vivaldi, Milano, Garzanti, 1991; Santarcangelo dei poeti, a cura di P. Guiducci, Morciano di Romagna, Banca Popolare Valconca, 1994; La poesia dialettale romagnola del Novecento, a cura di G. De Santi, Rimini, Maggioli, 1994; Le radici e il sogno. Poeti dialettali del secondo Novecento in Romagna a cura di L. Benini Sforza e N. Spadoni, Faenza, Mobydick, 1996; La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento, a cura di F. Brevini, Milano, Mondadori, 1999; Il pensiero dominante. Poesia italiana 1970-2000, a cura di F. Loi e D. Rondoni, Milano, Garzanti, 2001; Poeti in romagnolo del secondo Novecento, a cura di P. Civitareale, Imola, La Mandragora, 2005; D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del ‘900, Il vicolo, 2013; Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e in altre lingue minoritarie tra ‘900 e 2000 a cura di Manuel Cohen, 2014.

Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:20

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