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Si è svolta questo pomeriggio (giovedì 21 marzo) l’inaugurazione della nuova destinazione d’uso del bene confiscato alla criminalità organizzata: l’appartamento di via Pavese, da oggi, diventa la “Casa di Ebere e Romanus”, una struttura destinata all’autonomia dei giovani in condizioni di fragilità.
L’inaugurazione – che si è svolta in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, nell’ambito delle iniziative regionali per la Settimana della Legalità – si è aperta con l’intervento della sindaca Alice Parma, che ha ringraziato le autorità presenti, dalla Prefetta Rosa Maria Padovano alla Questora Olimpia Abbate fino ai numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine.
“Dopo anni in cui abbiamo visto questo appartamento chiuso – ha detto la sindaca – un giorno abbiamo ricevuto la telefonata dall’amministratore giudiziario Umberto Ferraiolo, a cui va il nostro primo grazie perché il suo impegno insieme all’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati (Ansbc) ha consentito di portare a termine in pochissimo tempo l’assegnazione dell’immobile al Comune. Oggi si chiude un cerchio significativo per Santarcangelo, con un luogo avvolto dal silenzio che torna a disposizione della collettività”.
L’assessore alle Politiche per la sicurezza, Filippo Sacchetti, ha sottolineato che “sicurezza e legalità richiedono collaborazione trasversale tra istituzioni e società civile, unico modo per raggiungere obiettivi come quello di oggi. Dall’esempio di Pio La Torre abbiamo imparato che la legge può creare le condizioni per restituire al territorio un patrimonio che gli era stato sottratto, dimostrando anche e soprattutto ai più giovani la capacità del pubblico di essere presidio di legalità”.
A seguire, l’assessore ai Servizi sociali e welfare Danilo Rinaldi, intervenuto anche in qualità di vice presidente del Distretto socio-sanitario di Rimini nord, ha illustrato il progetto sociale al quale sarà dedicato l’appartamento di via Pavese: “Una volta completato il percorso in strutture per minori, i ragazzi saranno accompagnati al raggiungimento dell’autonomia con un supporto educativo professionale: un nuovo servizio reso possibile dalla collaborazione tra tutte le istituzioni, dal contributo regionale per gli arredi ai fondi del Distretto socio-sanitario per la realizzazione del progetto”.
A conclusione degli interventi istituzionali, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha ricordato come nel 2016 l’Emilia-Romagna sia stata “la prima Regione a dotarsi di una legge per la promozione della legalità, che ha consentito di intervenire su 31 immobili confiscati alla criminalità organizzata con uno stanziamento complessivo di oltre 4 milioni di euro per la loro restituzione alla collettività. Per contrastare le mafie serve la collaborazione tra tutte le istituzioni e la società civile: in una democrazia la lotta alla criminalità organizzata dev’essere una priorità per tutti, oggi scriviamo una bella pagina in questa direzione con il pensiero rivolto ai familiari delle vittime e la nostra gratitudine nei confronti di Libera, da sempre impegnata su questo fronte a partire dall’istituzione di questa giornata”.
Ad arricchire la giornata inaugurale anche l’intervento di ragazzi e ragazze dell’Einaudi-Molari, che hanno presentato il progetto “Una vita contro la mafia” coordinati dalla vice preside Silvia Paolizzi, e la testimonianza di Monica Ciavatta, responsabile del Servizio accoglienza e integrazione dell’Unione di Comuni Valmarecchia, che ha ricordato Ebere Ujunwa e Romanus Mbeke.
Dopo il taglio del nastro è cominciata la festa nel parco di via Pavese, dove il food truck del progetto Valmarecchia Comunità Solidale ha offerto un aperitivo ai presenti, mentre ragazzi e ragazze santarcangiolesi che hanno partecipato al progetto “E!state liberi” – il campo di volontariato sui beni confiscati alle mafie promosso da Libera – hanno raccontato la loro esperienza.
Il progetto sociale – Completato l’intervento di riqualificazione – realizzato grazie a un contributo di 45mila euro della Regione Emilia-Romagna – l’Amministrazione comunale e il Distretto socio-sanitario di Rimini nord hanno ideato per l’appartamento di via Pavese un progetto che accoglierà cinque giovani in condizione di fragilità, accompagnati da due educatori professionali in un percorso per l’autonomia personale, con una durata sperimentale di due anni. Gli utenti, neo diciottenni o prossimi al compimento della maggiore età, saranno individuati tra i giovani in carico all’area “Minori” dei Servizi sociali e accolti in comunità residenziali, che non possono contare su una rete familiare solida e strutturata. Per ciascuno degli ospiti sarà predisposto un progetto individualizzato di accompagnamento fino al ventunesimo anno di età, con un supporto quotidiano nelle scelte verso il completamento degli studi, la formazione professionale o l’accesso al mercato del lavoro, nonché al processo di piena inclusione sociale.
Ebere Ujunwa, nato a Oboama (Nigeria) il 12 maggio 1997, e Romanus Mbeke, nato a Izzi (Nigeria) l’11 maggio 1990, sono stati cittadini di Santarcangelo dal dicembre 2016 all’aprile 2018, ospiti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Braccianti agricoli, sono morti all’età di 21 e 28 anni il 6 agosto 2018 a Lesina (Foggia), insieme ad altre dieci persone, vittime di un incidente stradale sulla via del ritorno dal lavoro nei campi.
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Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2024, 14:52