Descrizione
vedremo completato il 25 Aprile dell’anno prossimo.
Premiato dalla Regione con un finanziamento nell’ambito del bando sulla Memoria del Novecento, lo spettacolo fa parte di un progetto più ampio in cui rientra anche una ricerca storica sul fascismo, la Resistenza e la Liberazione a Santarcangelo, che partirà nelle prossime settimane.
Un periodo storico travagliato e sofferto, a Santarcangelo come in tutta Italia: per capirlo è sufficiente ricordare un tragico episodio che macchiò di sangue
la nostra cittadina già nel luglio del 1922.
Nell’estate di quell’anno, scrivono Fucci e Baldazzi, “Rimini è ormai da considerarsi il quartier generale dello squadrismo romagnolo: ogni paese, ogni borgata debbono subire in continuazione la violenza delle camice nere, e la cronaca registra con sempre maggiore frequenza avvenimenti delittuosi”.
“Il 22 luglio accade un grave fatto di sangue: i santarcangiolesi Federico Montevecchi, Cleope Salvigni, Romeo Tamburini, Ugo Braschi e Luigi Giorgetti vengono aggrediti mentre si recano a distribuire volantini di propaganda comunista a Borghi”.
“Nello scontro vengono sparati alcuni colpi e Federico Montevecchi rimane ucciso”; Ugo Braschi, picchiato a sangue, morirà qualche anno dopo a causa delle gravi lesioni riportate; Cleope Salvigni e Romeo Tamburini vengono arrestati, con quest’ultimo condannato a un anno e mezzo di reclusione.
A Montevecchi e Braschi, due antifascisti della prima ora, sono dedicate due importanti vie di Santarcangelo, ma sono certo che molti santarcangiolesi non conoscono la loro storia e la loro tragica fine per mano dei fascisti.
Anche questo ci rimanda a quel “dovere della memoria” – come titola felicemente il convegno della Società operaia – di cui ciascuno di noi è responsabile, per il proprio ruolo e le proprie possibilità.
A questo proposito, sono molto felice di annunciarvi che dopo il mio intervento e quello di Giusi Delvecchio per l’ANPI, prenderà la parola il Tenente Colonnello John Kaye, già comandante del 10° Reggimento Reale degli Ussari, lo stesso che nel 1944 contribuì a liberare Santarcangelo sotto il comando di suo padre, il Tenente Colonnello Douglas Robert Beaumont Kaye.
John Kaye, pensate, ha raggiunto Santarcangelo proprio per l’80° anniversario della Liberazione, per ricordare insieme a noi quei terribili giorni di battaglia che le sue parole sapranno rievocare nel migliore dei modi.
Per questo non possiamo che ringraziarlo con tutta la nostra gratitudine. La presenza e la testimonianza del Tenente Colonnello Kaye rappresentano se volete la chiusura di un cerchio, composto da chi combatté il regime prima e durante la guerra: antifascisti, partigiani e alleati.
Perché la battaglia di Santarcangelo combattuta il 24 Settembre del 1944 fu il culmine di un movimento di resistenza e lotta al dittatore fascista e all’occupante nazista cominciata molti anni prima, come dimostra la vicenda di Montevecchi e Braschi che ho raccontato poco fa.
Una vicenda combattuta in Romagna da persone come Rino Molari, ucciso a Fossoli il 12 luglio 1944 di cui abbiamo recentemente ricordato l’80° anniversario della morte, e a Roma da figure come Giacomo Matteotti, anch’egli commemorato quest’anno nel centesimo anniversario del suo omicidio.
“Piazza Montecitorio
là c’è una salita
presero Matteotti
e ci lasciò la vita”, dice una bella canzone di Alessio Lega.
Una canzone preziosa, perché ci ricorda come la memoria non serva solo e soltanto a non ripetere, forse, gli errori e le atrocità del passato, ma anche a trovare il coraggio di combattere, quando è necessario, per la nostra libertà.
Sentendo il nome Giacomo, dice ancora la canzone,
“ricorderò che c’era,
che ci sarà ogni volta,
qualcuno che con gli occhi
fissi nel buio triste
guarda la morte in faccia,
la guarda e le resiste”.
Continuiamo a resistere, ora e sempre.
Grazie.
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Ultimo aggiornamento: 10 ottobre 2024, 08:47