Descrizione
Inaugura alle ore 18 di sabato 30 novembre al Musas una nuova mostra, che con un filo e un sapiente lavoro di dialogo proietta le collezioni nel mondo del contemporaneo con richiami e omaggi alla storia e alla cultura della Romagna che si legano a riferimenti e citazioni di un mondo immaginario o lontano.
Lineare, è il titolo dell’esposizione di arte contemporanea che mette in dialogo le opere e il filo dei discorsi di Marco Neri e Graziano Spinosi, entrambi docenti all’Accademia di Belle Arti, con temperamento opposto ma dallo stesso innamoramento per la sintesi. Legati da decenni di amicizia personale, s’incontrano oggi nello spazio del Musas con la discrezione di due visioni artistiche, fieramente individuali, ma aperte al confronto.
La linea che separa, delimita e circonda, il contorno che racchiude e che disegna; filo d’orizzonte, confine e traccia, portata all’estrema rarefazione, è il minimo comune denominatore tra i wire di Spinosi (fili materici imprigionati negli intonaci che segnano una cesura d’anni, una fetta temporale affogata nella memoria) e i mari segnaletici e caldi, evocati da Neri.
L’icona astratta della cartellonistica e del computer design inondata dal sole, investe d’oro il tratto bianco delle onde immerse tra acqua e cielo, richiamando il confronto con la luce trascendentale della tavola mistica e religiosa. Il mare unico della Romagna, in seguito raddoppiato con il trasferimento di Neri nel Salento, crocevia tra Adriatico e Ionio, diventa plurale e dialoga con le scarpe di sale che Spinosi dedica al capitano Achab di Melville, furioso inseguitore tra i flutti, di quella meravigliosa anomalia di natura, rappresentata dalla balena bianca.
Frutto di una impossibile ma sognata tangenza è anche la bandiera ibrida di Neri che fa sposare due paesi uniti soltanto dagli estremi dei loro nomi Zanzibar e Bahrain e crea un luogo inesistente, fuso nei colori dell’araldica. Se la bandiera può considerarsi il ritratto simbolico di un paese, di un territorio e della sua storia, le scarpe allegoriche e concrete di Spinosi, sono il ritratto della vita e dell’opera dei suoi artisti prediletti, la quintessenza di un’anima sintetizzata nell’alchimia del materiale di cui sono fatte. Fili di canapa, strisce di ferro o semplice legno di pioppo, l’albero in filari che segna i confini dei campi nostrani e che è servito per l’omaggio a Giovanni Pascoli, il cantore del Nido, forma totemica che ritorna continuamente nelle sculture ambientali di Spinosi.
Linee invisibili e inaspettate collegano le opere apparentemente remote di questi due artisti, come paralleli e meridiani della loro visione del mondo, una rete wireless di pensieri che senza cercarli, trovano naturali punti di connessione, non solo con il proprio tempo ma anche con quello stratificato e parallelo che il museo di Santarcangelo perpetua e conserva.
Sabrina Foschini, docente Accademia di Belle Arti
La mostra sarà aperta fino al 25 febbraio 2025 e visitabile negli orari di apertura del Musas: per informazioni www.musasantarcangelo.it, 0541/624703.
A cura di
Contenuti correlati
Ultimo aggiornamento: 2 dicembre 2024, 13:50