PUG: E' Futuro Presente

Santarcangelo per il Piano Urbanistico Generale

Ultima modifica 26 settembre 2024

e_futuro_presente_LogoPremessa, il contesto da cui arriviamo

Il Piano Urbanistico Generale sarà un piano che si rinnova dall’ultimo PSC approvato nel 2010. Nel frattempo il mondo è cambiato più volte, spesso a causa di shock critici che hanno interessato ogni singola vita, avendo  sempre una dimensione globale.

Con la crisi dei mutui e il crollo di wall street (arrivato qui nel 2011) che anche dalle nostre parti ha mandato in crisi l’economia “del mattone”, ridotto il credito e fatto saltare banche, imprese e lavoro.

Dopo alcuni anni tra la ripresa e  l'instabilità geopolitica (soprattutto della zona medio orientale), il mondo affronta la consapevolezza di una crisi climatica alle porte (arrivano i Friday for future), poi di una pandemia a inizio 2020,  e di una guerra a inizio 2022.  

Il Piano Urbanistico Generale sarà un piano che si rinnova dall’ultimo PSC approvato nel 2010. Nel frattempo il mondo è cambiato più volte, spesso a causa di shock critici che hanno interessato ogni singola vita, avendo  sempre una dimensione globale.

Con la crisi dei mutui e il crollo di wall street (arrivato qui nel 2011) che anche dalle nostre parti ha mandato in crisi l’economia “del mattone”, ridotto il credito e fatto saltare banche, imprese e lavoro.

Dopo alcuni anni tra la ripresa e  l'instabilità geopolitica (soprattutto della zona medio orientale), il mondo affronta la consapevolezza di una crisi climatica alle porte (arrivano i Friday for future), poi di una pandemia a inizio 2020,  e di una guerra a inizio 2022. 

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Conseguenze nazionali pesanti sulle condizioni di convivenza sociale (cambio di abitudini, nuove fragilità) e soprattutto economiche a causa delle debolezze storiche dell’Italia come la mancanza di materie prime, impedimenti burocratici, ecc. che hanno accelerato meccanismi di recessione (il pil doveva crescere del 7% anno post covid) e dell’inflazione con conseguenza perdita del potere d’acquisto di famiglie e imprese. La scarsità di risorse rende i rincari energetici sempre più insostenibili.

Nel mezzo l’Europa, riferimento ormai insostituibile, tenta di affrontare la crisi a livello di sistema e produce sempre più politiche comuni. Oltre alla contrattazione unica per i vaccini, l’azione più notevole è il Recovery Plan dell’estate 2020, che tradotto nel piano nazionale di ripresa e resilienza italiana vale 200 miliardi di euro per progetti definiti sulla transizione ecologica, infrastrutture digitali, sociale e sanità. Tentando anche di fare fronte comune, con poco successo, sul mercato energetico, fissando un tetto al prezzo delle forniture.

Un piano urbanistico, il prossimo PUG, che ha l’ambizione di essere strategico e che non può non tenere conto di queste dinamiche di sistema per darsi un orientamento, UNA VISIONE.

La visione con cui stare in questo mondo che cambia

Provandola a definire in poche parole, partendo da un riferimento solido di VALORI, di TRADIZIONE, identità, INNOVAZIONE e sperimentazione potremmo definire che il punto a cui come comunità vogliamo tendere è quello di accrescere la nostra qualità della vita, sperimentando un modello di rigenerazione fondato sui principi delle CITTÀ SLOW e con il lavoro, la cultura e l’ambiente come stelle polari su cui declinare i progetti e le azioni.

Dal Manifesto delle Città slow

“In principio l’uomo si nutrì. Cercò poi rifugio e protezione: nacquero abitazioni, villaggi, città.
Seguì infine il tempo delle macchine con ritmi di vita sempre più convulsi e frenetici.
L’uomo sogna oggi la liberazione da molte ansie che il suo stesso progresso ha creato.
Cerca condizioni di vita più serene, tranquille, riflessive.
L’uomo saggio alla fine del contraddittorio e inquieto XX secolo, propone la salvezza e il modello delle Città del buon vivere.
Il nuovo movimento internazionale Cittaslow vuole mettere insieme, con un programma di confronto di civiltà, di operosa pace, fondata sulla serenità del quotidiano, le città, grandi medie e piccole, che presentano comuni caratteristiche indirizzate a tale fine.
Città animate da uomini “curiosi del tempo ritrovato” ricche di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, di luoghi dello spirito, di paesaggi non violati, di artigiani affascinanti, dove l’uomo ancora riconosce il lento, benefico succedersi delle stagioni, ritmato dalla genuinità dei prodotti, rispettosi del gusto e della salute, della spontaneità dei riti, dal culto delle vive tradizioni, dalla gioia insomma di un lento, quieto vivere riflessivo.
L’associazione nazionale ed internazionale voluta dalle Amministrazioni Comunali che aderiscono e dal movimento Slow Food sarà costante laboratorio di un auspicato neoumanesimo all’inizio del III millennio”.
Questa rigenerazione assorbe la tensione globale-locale tra identità propria e volontà di raggiungere gli standard dei modelli più efficienti delle medie città europee in termini di servizi, qualità, cura e relazione cittadina. Abbiamo tutti gli strumenti per ambire ad avere una qualità di livello europeo.

Il tema ambientale, da coniugare a quello energetico - minori emissioni, sostenibilità della produzione - è la priorità del modello di sviluppo che dovremo essere capaci di impostare anche nella dimensione urbana della città, della vallata, della provincia, del nostro ruolo regionale e nazionale con lo sguardo sempre aperto e rivolto al mondo. Un mondo nuovo in cui ancora una volta sapremo portare la nostra identità più profonda, il valore dell’equità, dell’inclusione sociale, della solidarietà, della libertà e della partecipazione comune alle scelte strategiche per la nostra comunità.

Una Visione, che si declina in una strategia e poi in un piano di azioni concrete. Perché, non solo in campo urbanistico, abbiamo la volontà di rinnovare un patto pubblico-privato in cui la città cresca assieme in maniera uniforme sulla base di un reciproco riconoscimento di interessi e di una messa in comune di valori che permettano ad entrambi i protagonisti di raggiungere il proprio scopo preservando ed aumentando il benessere collettivo tramite le proprie azioni. Da una parte servirà una spinta all’investimento, dall’altra trovare le condizioni migliori per poterlo realizzare, soprattutto dal punto di vista amministrativo e burocratico.

Questo è valso negli anni pre covid dove abbiamo cercato di mettere a sistema investimenti privati anche sulla città pubblica, oggi al contrario, con la grande opportunità del PNRR dovremmo essere capaci di investire risorse pubbliche in favore di tutta la città e i santarcangiolesi.

Dalla visione del Piano alla strategia, le linee di lavoro del programma

Immaginiamo il processo del nuovo Piano con uno sguardo aperto al mondo, ma fortemente radicato sul territorio, che sappia coinvolgere i cittadini e sappia mettere a valore la macchina dell'Amministrazione comunale, dalla dimensione politica a quella tecnica.

Per queste ragioni, la Giunta ha attivato un percorso di metodo e di confronto plurale, proprio a partire dalla redazione di questo documento di programma, i cui contenuti sono l’esito dei contributi di ogni assessore e dei tecnici, dirigenti e funzionari, dei settori coinvolti nel processo, da quelli prettamente tecnici, Urbanistica, Ambiente, Mobilità e Lavori Pubblici, sino a Scuola, Casa, Comunicazione e Programmazione economica.

Le linee di lavoro organizzate in otto punti, rappresentano il punto di partenza del nuovo Piano:

  1. la nostra città al suo meglio
  2. un impegno continuo
  3. verdissima e in movimento
  4. una casa di cui hai le chiavi a ogni età
  5. i servizi che servono
  6. patrimonio e cultura
  7. sostenere il buon lavoro
  8. una comunità che pensa 

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Il quaderno degli attori del Piano urbanistico generale di Santarcangelo è un insieme di contributi, proposte, idee, opinioni e pareri che cittadine, cittadini, associazioni, enti e istituzioni, categorie e ordini professionali, comitati e gruppi, organizzati e informali hanno inviato all’Amministrazione comunale per la redazione del PUG

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